Ci si può innamorare di una città? La mia risposta è sì. Perché è quello che è successo a me arrivando a Tirana.
Nella mia immaginazione la pensavo grigia e triste, come accade quando un paese subisce una dittatura comunista, che in questo caso è durata oltre quaranta anni. Altro non sapevo perché le notizie che filtrano sono molto scarse o addirittura inesistenti. Infatti è un paese ignorato dalla stampa e dalla tv, quasi sconosciuto al turismo sia di massa che di elite.
Fin’ora, aggiungo io, perché la situazione è in continua evoluzione.
Arrivata all’aeroporto di Tirana, grande e ben tenuto, con le persone che ti vengono incontro per chiederti se hai bisogno del loro aiuto, ho capito che qualcosa della mia visione andava rivista.
Costeggiando il lungo viale che porta alla città, delimitato da colline ricoperte di verde che alleggerivano il grigiore delle strade, il mio sguardo, attraverso il finestrino del taxi, già predisponeva il mio animo a qualche inedita sorpresa.
Giunta infatti al mio albergo, piccolo ma attraente, essendo stato nel passato una elegante villa, ora sapientemente restaurata con colori bianco e celeste, mi sono sentita di colpo quasi a casa mia. La ragazza della reception mi accoglie in un italiano perfetto, prende la mia pesante valigia, la trascina in camera con il sorriso di chi è contento di poter fare una cortesia. Cortesia e gentilezza sono nel dna di questo popolo.
Senza sistemare nell’armadio i miei abiti, essendo ansiosa di immergermi in quel mondo sconosciuto, prendo il primo taxi che mi porta alla celebre piazza Skanderbeg, una dei pochi luoghi di cui ero a conoscenza.
Mi reggevo a forza al bracciolo del taxi che volteggiava tra file di macchine, col cuore sospeso, assistendo a delle vere e proprie piroette in mezzo a un traffico caotico e disordinato.
Si arriva alla meta, costeggiando strade affollate di giovani che ciondolano sorridenti e riempiono i bar che si inanellano per le vie della città.
Tirana è la CITTA’ DEI GIOVANI
C’è nell’aria una esplosione di vitalità, di allegria, di entusiasmo che coinvolge chi, come me, è annoiato dal torpore consumistico del nostro Paese.
E’ bello parlare con chiunque ti si avvicini. Sono persone aperte, interessate a sapere da che parti provieni, pronte ad aprirsi e raccontare dei loro studi, delle loro prospettive di lavoro, incuranti del fatto che in realtà l’ economia del paese non sia delle più floride. Infatti In Albania si può vivere con poco, se paragonato ai costi delle grandi città occidentali. Un pasto completo per due persone lo consumi con 20 euro, un caffè con pochi centesimi, lo stesso dicasi per bevande, alcolici, frutta e verdura.
Insomma per chi volesse fare una vacanza low cost l’Albania è per ora la terra ideale. Dico per ora, perché si ha la sensazione che il turismo stia per esplodere e in tal modo le cose cambieranno.
L’ Albania è il paese della TOLLERANZA
Qui vige la libertà religiosa, una pacifica convivenza fra le diverse fedi: ortodossi, mussulmani, cattolici. Il che già avveniva durante il regime comunista in cui gli albanesi hanno dato, senza timore, testimonianza della loro fede.
L’ Albania ha una CULTURA altamente OSPITALE, e calorosa che si riscontra anche nei vari piccoli gesti, che possono essere un abbraccio inaspettato, una stretta di mano particolarmente calorosa, accompagnata da baci. E’ una affettività veramente sentita e non falsamente ostentata.
LA CITTA’: è l’esempio tangibile di come si possano trasformare anonimi palazzi in gioiose architetture colorate. Il merito è di un ex sindaco, ora primo ministro EDI RAMA, venerato come un Dio e dichiarato da Time Magazine uomo dell’anno in Europa nel 2005. E’ stato lui, pittore estemporaneo, che ha fatto dipingere tutto il centro di Tirana di colore rosso pompeiano unito al verde pastello, giallo ocra che la fanno assomigliare a San Pietroburgo.
Gli enormi viali, costeggiati da giganti alberi, fanno concorrenza a quelli spaziosi di Parigi.
I taxi gialli, che percorrono in lungo e largo, senza interruzione la città, mi ricordano New York, anche se qui una corsa normale costa solo 2 euro.
Insomma è una città viva, piena di negozi con merce di ogni genere aperti fino a tardi anche di domenica, di ristoranti di alta qualità, di sale di concerti, teatri, discoteche.
C’è il BLOCK, un quadrato di strade, che una volta erano interdette alla gente, perché ci viveva il dittatore contornato dai suoi gerarchi. Ora è una sorta di Montmartre riservata ai giovani che qui passano le loro serate bevendo fumando e divertendosi.
Le attrazioni da visitare non sono molte ma alcune molto belle. LA CHIESA ORTODOSSA con un portale di oro massiccio come il battistero antistante, mentre nell’interno davanti all’altare sono allineate una fila di immagini religiose allineate come nella Basilica di San Marco. Le varie MOSCHEE che si stagliano alte nel cielo inviando quei dolci suoni dei muezzin, il Museo, la Galleria d’Arte Moderna, dove hanno allestito una mostra del pittore LIN DELIJA costretto, durante il regime comunista a fuggire e a rifugiarsi in Italia e precisamente ad Antrodoco, un bel paese d’Italia, dove ha svolto la sua attività, divenendo uno dei maggiori pittori albanesi.
Ci sono poi le curiosità storiche come la PIRAMIDE che Hoxha si fece costruire per la sua tomba, ora divenuta quasi un rudere essendo stata spogliata dai marmi che la ricoprivano.
Ci sono sui bordi dei ponti che attraversano il fiume, una sorta di lunghe bancarelle, su cui i venditori riversano dai loro scatoloni, una quantità di libri usati dividendoli nei vari settori e lingue straniere. Un mercato letterario all’aperto che indica come sia sviluppato l’interesse per la cultura.
C’è insomma un fiorire di tante iniziative, espressioni di un desiderio di riemergere dopo un lungo periodo di oppressione e che fa di Tirana, anche se ancora non una metropoli cosmopolita, certamente la città del futuro, da conoscere ed amarla.
Scritto da Carla Tagliarini……… albanianews.it